La liquirizia
La liquirizia, nota scientificamente come Glycyrrhiza glabra, appartiene alla famiglia delle Fabaceae. È apprezzata per il dolce sapore delle sue radici, dovuto al principio attivo glicirrizina, che supera in dolcezza il saccarosio. La pianta predilige terreni ben drenati e luoghi soleggiati, ed è coltivata in diverse regioni del mondo, inclusi Europa, Asia e Medio Oriente.
L’estratto di liquirizia nell’Amaro Sublime lo rende unico, arricchendolo con un gusto dolce e complesso che equilibra l’amaro delle altre erbe. Questa aggiunta non solo migliora la salute grazie ai benefici della liquirizia, ma dona anche una particolare profondità di sapore che distingue l’amaro nel mercato. La presenza della liquirizia evidenzia l’abilità nell’unire tradizione erboristica e innovazione culinaria, risultando in un’esperienza gustativa raffinata e salutare.
La storia della liquirizia è antica e affonda le radici in diverse culture. Originariamente scoperta in Medio Oriente e in Asia, la liquirizia era conosciuta già nell’antico Egitto, dove veniva utilizzata come medicinale e in bevande. Gli antichi egizi ne facevano talmente grande scorta che vasi contenenti estratto di liquirizia furono trovati nella tomba del Faraone Tutankhamon. Nel corso dei secoli, il suo utilizzo si è diffuso nell’antica Grecia, a Roma e in tutta l’Europa. Nel 15° secolo, i monaci iniziarono a produrre la liquirizia come dolciume. Con l’avvento della rivoluzione industriale, la produzione di dolci e caramelle a base di liquirizia divenne più diffusa, consolidando il suo posto nella cultura popolare.
La liquirizia offre una vasta gamma di benefici per la salute, grazie alle sue proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, e alla sua capacità di agire come espettorante naturale.
È utile per alleviare disturbi gastrointestinali come irritazioni, infiammazioni, bruciore di stomaco e gastrite. Supporta anche il sistema respiratorio, trattando tosse e malattie bronchiali. Inoltre, ha effetti positivi sul sistema immunitario e sulla protezione del fegato, contribuendo a ridurre l’infiammazione e a prevenire danni epatici.
